Cos’è la leadership sostenibile? E’ davvero una nuova frontiera della leadership o è solo un rimaneggiamento lessicale del momento? A questo e ad altri intriganti quesiti sto da qualche tempo cercando di dare risposta, insieme ad un bel team di junior executives, che sono onorata di accompagnare per un po’ nel loro percorso di sviluppo. Mi sembra ora giusto condividere qui – in una piccola serie di articoli – il lavoro che abbiamo fatto e le conclusioni a cui via via siamo giunti.
La leadership sostenibile è interessante per chi è chiamato a guidare gli altri in questo nostro presente, perché “richiede di adottare una prospettiva a lungo termine nel prendere decisioni; mira a promuovere l’innovazione sistemica volta ad aumentare valore per il cliente, a sviluppare una forza lavoro qualificata, leale e altamente impegnata e a offrire prodotti, servizi e soluzioni di qualità” (Avery e Bergsteiner, 2011).
Il DNA della leadership sostenibile contribuisce quindi a portare un “cambiamento sostenibile” così come la leadership etica enfatizza la responsabilità sociale dell’impresa.
L’enfasi sui valori che sta alla base della leadership sostenibile suggerisce inoltre un legame esplicito con modelli di leadership autentica e responsabile.
Eppure, quello che subito è emerso chiaramente a tutti coachee di questo bel team , è che, in effetti, la leadership sostenibile rimane un concetto complesso e confuso da comprendere per i dipendenti, i leader e le organizzazioni. Per le organizzazioni di oggi è una sfida definire questi concetti ed essere in grado di misurarli.
La leadershipsostenibile è in effetti una leadership che mira a soddisfare i bisogni della società attuale, senza compromettere la capacità delle generazioni future di prosperare.
Mary Ferdig (2007) ha definito un leader della sostenibilità come qualcuno “che si assume la responsabilità di capire e agire sulle sfide della sostenibilità, che ricopra o meno posizioni formali di leadership. I leader sostenibili guidano ‘con’, piuttosto che ‘sopra’ gli altri, in modi che tengono conto della vitalità a lungo termine di sistemi viventi complessi e interconnessi”.
Ma cosa fa in soldoni un leader di questo tipo? Che comportamenti pratici mette in campo?
Per Hargreaves e Fink (2003) non ci sono dubbi: un leader sostenibile insegna e fa crescere gli altri, ispirandosi ai 7 principi della leadership sostenibile:
1. creare e preservare l’apprendimento sostenibile.
2. assicurare il successo nel tempo.
3. sostenere la leadership degli altri.
4. affrontare questioni di giustizia sociale.
5. sviluppare piuttosto che esaurire le risorse umane e materiali.
6. sviluppare la diversità e la capacità ambientale.
7. impegnarsi in modo attivo con l’ambiente.
Quali di questi 7 capisaldi sono più facilmente riconducibili al mondo delle organizzazioni? In che modo i ruoli responsabili di guidare (e ispirare) le persone nell’organizzazione verso il perseguimento degli obiettivi possono adottare comportamenti coerenti con la leadership sostenibile?
Ma, soprattutto, come fare pace, magari anche solo temporaneamente, con la situazione attuale (a livello di area, di business unit, di funzione, presidiate, ma anche a livello di business, di situazione economica di settore e di Paese…) e con i vincoli che questa sembra porre alla piena realizzazione di una leadership a tutto tondo?